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Arrivederci ...

Con immenso dolore annunciamo che è mancato all’affetto dei suoi cari il nostro amato Presidente Giacinto Damiani. Il funerale avrà luogo domani, sabato 21 maggio, alle ore 15.30 nella Chiesa di Maria Santissima dei Sette Dolori di Serra San Bruno (VV). Esempio di dedizione all’onestà, al lavoro e alla famiglia, lascia un vuoto incolmabile nel cuore di quanti in vita ne hanno apprezzato la profondità di cuore e l’impegno sociale. E’ infinitamente difficile trovare le parole giuste in questo momento per ricordare un amico, un collega, un padre; ma con la Sua lungimiranza ci ha lasciato in aiuto, tra le tante, questa poesia.     Sandro Gaetano Una lacrima per chi nasce, un sorriso per chi muore (Giacinto Damiani, 11.08.21) Se il riposo non ci fosse? Se il dolore dominasse? Se la vita fosse eterna? Tutti via con la lanterna  a cercare il Creatore, invocandone col core, Sora Morte e con fervore. Quandu muoru io? Faciti festa!  Ca io la tiegnu a parrari! A cui assumigghja sora Morte? Nu puo

Il ficodindia

Dedicata a Stefano, Dafne, Laura, 
Andrea, E
gle.








                        NONNO, CHI  E'  MASTRO BRUNO?                         
 (di Giacinto Damiani - 21.5.2016)





“LU  FICANDIANU(il fico d’India)
BUONU DINTRA, SPINUSU DI FORA                    TRADUZIONE       
( buono all’interno e tante spine all’esterno)


                                                    Nonno, non capiamo  il tuo dialetto

perche' non ce lo spieghi in italiano??
Cosi', almeno qualcosa, ricordiamo.



“ una vita di stenti,  di  miseria, di lamenti                                         Abitavano, piu' di cinque in una stanza,  
Dove c'erano,  il  telaio e un grande  letto,
mancavano, acqua, luce, gabinetto.                                                                      Nonno!! " Scherzi sempre, mai sei serio".

Non sto scherzando, vi racconto il vero.
         Forse vi e' difficile,   credere e capire.
           Questa, pero', e' la storia, son sincero.
          Undici figli morti, tanti dispiaceri

carattere molto forte e dai tratti severi.
Quando, non trovava, dove lavorare
Mancava in casa  il pane, o altro da mangiare
Da qui', l'arguta protesta, gridata in poesia.
Creava l'unione di braccia coi cervelli

Per estrarre e scalpellare, i graniti necessari
A vivere e, sfamare  parenti e familiari.
 -il mestiere si rubava, nessuno lo insegnava.-
 il lavoro scarseggiava, solo il bravo lavorava.   
Lo stupido era bollato, peggio di un bovino
Per evitare i danni, anche il più piccino.
 Ormai, da tempo, lo stupido viene usato e,
 i danni li scopriamo, dopo anni, anni e anni.
Nonno, mastro bruno non e' poi tanto strano !
La vita,   lo ha plasmato, come “LU FICANDIANU".



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